Medicina estetica. È boom di trattamenti per prevenire invecchiamento. Ma occhio al “beauty burn-out”.
La medicina estetica sta vivendo un’espansione significativa, trainata da una crescente richiesta di trattamenti “anti-age” mirati a contrastare i primissimi segni dell’invecchiamento cutaneo, spesso ancor prima che diventino visibili. Tuttavia, cresce anche l’allarme per il rischio del cosiddetto “beauty burn-out”, una nuova forma di stress psico-fisico legato alla pressione di mantenere uno standard estetico percepito quasi come obbligatorio.
Secondo il presidente della Società Italiana di Medicina Estetica (SIME), prof. Emanuele Bartoletti, nei giovanissimi la medicina estetica deve essere limitata alla diagnosi e alla prevenzione. Gli unici trattamenti giustificabili in adolescenza sono quelli per la pelle acneica o seborroica o per cicatrici post-traumatiche o asimmetrie congenite. L’uso di filler o biostimolanti prima dei 25-30 anni non trova alcuna reale base preventiva, poiché il collagene e l’acido ialuronico iniziano a diminuire fisiologicamente solo dopo i 30 anni.
Nel congresso SIME 2025 sono stati analizzati anche i dati di monitoraggio dei social media: oltre 7.800 contenuti a tema medicina estetica tra gennaio e aprile, con più di 23 milioni di visualizzazioni e 458.000 interazioni. Il 66% dei contenuti ha un tono positivo, ma tra quelli negativi spiccano critiche a pratiche illegali, all’uso scorretto dell’intelligenza artificiale e alla crescente ossessione estetica.
La medicina estetica ha quindi il compito di promuovere l’autenticità e l’equilibrio tra benessere e immagine.
Tra i trattamenti consigliati dopo i 30 anni, Bartoletti sottolinea l’importanza della biostimolazione con polinucleotidi, esosomi o PRP, da preferire ai filler in giovane età. Anche l’uso dei laser, che provocano fibrosi dermica, deve essere prudente e riservato a età più mature.
L’intelligenza artificiale, infine, entra negli ambulatori come strumento per personalizzare i protocolli, predire i risultati e affiancare le tecnologie rigenerative. Secondo l’esperta Diala Haykal, l’IA permette oggi una medicina estetica rigenerativa “tailorizzata” come mai prima, senza sostituire il necessario intervento umano.
Fonte: Quotidiano Sanità - https://www.quotidianosanita.it/cronache/articolo.php?articolo_id=129660